IN VIAGGIO A SION TRA PREISTORIA E MEDIOEVO

La Société Valdôtaine de Préhistoire et Archéologie e l’Académie Saint-Anselme hanno collaborato all’organizzazione di uno speciale viaggio di studio per i loro associati con destinazione Sion, nel Vallese svizzero.

L’antica Sedunum ci ha accolti con una giornata di sole del tutto imprevista che ha reso ancora più gradevole la scoperta di questa graziosa cittadina dalla storia millenaria, assai simile a quella di Aosta.

 

Scopo del viaggio, infatti, era quello di poter approfondire alcuni aspetti storico-artistici e archeologici che legano profondamente la realtà vallesana a quella valdostana, a partire innanzitutto dallo straordinario sito del Petit-Chasseur le cui stele antropomorfe dell’Età del Rame sono assolutamente analoghe a quelle rinvenute nell’Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans.

Poter apprezzare da vicino le stele elvetiche, indiscusso gioiello di statuaria preistorica alpina esposte al Musée Pénitencier, è stata un’esperienza culturale decisamente interessante e formativa resa ancora più stimolante dalle spiegazioni dell’archeologo Pierre-Yves Nicod, esperto di preistoria del Musée d’histoire, e dall’archeologo Philippe Curdy che hanno dialogato con gli archeologi valdostani Gianfranco Zidda, Francesca Martinet, Maria Cristina Ronc e con la nostra presidente Stella Bertarione, nonché con gli appassionati soci.

Con l’occasione i soci hanno potuto visitare un’inedita un’esposizione temporanea dal titolo Artificiel che mette in discussione il confine tra cultura e natura, tra ciò che si può definire autenticamente naturale e ciò che, nei millenni, è stato progressivamente modificato dall’uomo. La mostra presentava, inoltre, una serie di postazioni interattive e ludiche molto apprezzate dai bambini presenti nel gruppo.

Sempre in mattinata il dottor Patrick Elsig ha accompagnato il gruppo alla scoperta della cattedrale Notre-Dame du Glarier che si trova accanto alla chiesa  intitolata a San Teodulo, primo vescovo del cantone e patrono della diocesi di Sion. Una figura di rilievo, vissuto alla fine del IV secolo d.C., contemporaneo di Sant’Ambrogio e Sant’Agostino, fondamentale per il processo di cristianizzazione del Vallese. Monumento di rilevanza nazionale, la cattedrale è stata costruita all’inizio del Cinquecento e la volta del coro rappresenta un sublime esempio di architettura tardo-gotica, come quattrocentesco è il magnifico altare a sportelli. Notevole è pure l’organo tardosettecentesco, uno dei più belli e grandi della Svizzera: l’organista titolare Edmond Voëffray ce lo ha mostrato e fatto ascoltare stando vicino alla consolle, un’esperienza particolare e avvolgente.

A Sion ricoprì la carica vescovile anche un noto nobiluomo valdostano, Bonifacio di Challant: fu lui, sul finire del XIII secolo, a promuovere la costruzione della fortezza di Tourbillon che domina la cittadina accanto all’altura di Valère, simbolo del suo potere dopo aver domato le rivolte delle famiglie aristocratiche fedeli a Pierre IV de la Tour. La chiesa di Sion, monumento di rilevanza nazionale, è stata costruita all’inizio del Cinquecento e la volta del coro rappresenta un sublime esempio di architettura tardo-gotica. 

 

Il pomeriggio è stato occupato dalla visita alla chiesa-fortezza di Valère sulla collina (pare derivi il suo nome dal latino Valeria, madre di un prefetto cittadino romano) che sovrasta il centro storico. La chiesa del 1100 è in stile romanico e gotico, a tre navate, e accoglie quello che è considerato l’organo più antico del mondo, uno straordinario organo a canne gotico risalente pare al 1435, le cui pale d’organo sono state dipinte su tela dal pittore Peter Maggenberg tra il 1434 il 1437.

A conclusione dell’intensa giornata, il concerto a sorpresa tenuto dall’organista della cattedrale di Sion, il Maestro Edmond Voëffray, ci ha incantato.

“Questo viaggio, frutto della collaborazione tra le nostre due associazioni, ha rappresentato un’importante occasione di conoscenza, approfondimento e condivisione di contenuti archeologici e storico-artistici che, una volta di più, hanno confermato quanto le montagne ci separino dai Paesi confinanti solo geograficamente ma non culturalmente – spiega la nostra presidente Stella Bertarione – Esempi come le stele del Petit-Chasseur o come il forte ruolo vescovile ricoperto dal valdostano Bonifacio di Challant esprimono chiaramente il permeabile dialogo tra i territori nel corso dei millenni. Viaggi di scoperta pensati e declinati su queste specifiche tematiche e con questi obiettivi rappresentano preziose occasioni di formazione per aumentare la consapevolezza della propria identità territoriale, storica e culturale.”

Siamo anche lieti di aver suscitato l’interesse della giornalista Loredana Pianta della TGR della sede Rai della Valle d’Aosta che, con l’operatore, ci ha seguiti per tutta la giornata per realizzare un servizio che andrà in onda a breve e di cui daremo il link appena possibile.

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